mercoledì 18 agosto 2010
Buon viaggio Presidente
venerdì 28 agosto 2009
Nuove regole per diventare insegnati: era ora!
Finalmente sono state varate le nuove regole per accedere alla professione di insegnante. Forse in futuro potremo evitare di vedere i nostri figli indottrinati solo di ideologia e scarsamente preparati, perchè per non nascondersi dietro un dito dobbiamo ammettere che è assolutamente vero che accanto a qualche insengante coscienzioso e capace esistono schiere di docenti che non amano la professione, che insegnano per portare a casa uno stipendio e che per giunta usano la loro "missione" per fare politica.
Un anno di tirocinio per legare teoria a pratica; assunzioni solo in base alla necessità per evitare il precariato; più inglese e competenze tecnologiche: queste alcune delle novità contenute nel nuovo regolamento che presenterà oggi il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini per chi vuole accedere all’insegnamento. Con le novità introdotte, riferisce il ministro, "si passa dal semplice sapere al sapere insegnare". E aggiunge: "Con il nuovo tirocinio ci si forma anche sul campo".
Le nuove regole Il ministro Gelmini ha presentato oggi le novità per chi vuole accedere all’insegnamento che si sviluppano, in particolare, su quattro grandi linee: il tirocinio da svolgere direttamente a contatto con le scuole e col "mestiere" di insegnante, "perché insegnare non può essere solo teoria ma anche pratica" si legge in una nota. Il numero di nuovi docenti sarà poi deciso in base al fabbisogno. L’obiettivo è quello di porre così fine all’accesso illimitato alla professione che creava il precariato. In questo modo sarà consentito ai giovani l’inserimento immediato in ruolo.
Inglese e tecnologie Sarà infine dato più spazio all’inglese e alle nuove tecnologie. Il regolamento è il frutto del lavoro della commissione presieduta dal professor Giorgio Israel, a cui è seguita una azione di primo confronto col mondo della scuola e delle associazioni per l’integrazione scolastica. L’obiettivo dei nuovi percorsi è quello di garantire una più equilibrata preparazione disciplinare, didattica e pedagogica nel corso delle lauree magistrali e lo svolgimento di un anno di percorso, il Tirocinio formativo attivo, direttamente a contatto con le scuole.
Richiesta la laurea quinquennale Con il nuovo sistema per insegnare nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria sarà necessaria la laurea quinquennale, a numero programmato con prova di accesso che consentirà di conseguire l’abilitazione per la scuola primaria e dell’infanzia. Sono rafforzate le competenze disciplinari e pedagogiche ed è previsto un apposito percorso in laboratorio per la lingua inglese e le nuove tecnologie. Per gli alunni con disabilità, in tutti i percorsi è previsto che ci siano insegnamenti in grado di consentire al docente di avere una preparazione di base sui bisogni speciali. Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado sarà necessaria la laurea magistrale più un anno di Tirocinio formativo attivo. È prevista una prova di ingresso alla laurea magistrale a numero programmato basato sulle necessità del sistema nazionale di istruzione, composto da scuole pubbliche e paritarie. L’anno di tirocinio formativo attivo contempla 475 ore di presenza a scuola sotto la guida di un insegnante tutor.
Il nodo Siss Rispetto al percorso Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario (Ssis), il ministero ritiene di prendere il meglio di quella esperienza, evitando la ripetizione degli insegnamenti disciplinari, approfonditi già nella laurea e nella laurea magistrale, per concentrarsi sul tirocinio, sui laboratori e le didattiche. Con il vecchio sistema per insegnare nella scuola dell’infanzia e in quella primaria bastava la laurea quadriennale a ciclo unico con test d’accesso al primo anno e scelta, dopo un biennio comune, dell’abilitazione in primaria o in scuola dell’infanzia. Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado era necessaria la laurea magistrale e due anni di Ssis. Chiudono le Siss per le secondarie di primo e secondo grado e al loro posto si dà vita al Tirocinio formativo attivo della durata di un anno. Il numero dei tirocini sarà deciso in base al fabbisogno di insegnanti.
Sistema nazionale d'istruzione Nel regolamento è stato dato riconoscimento al sistema nazionale dell’istruzione (formato dalle istituzioni scolastiche statali e paritarie), tanto nel coinvolgimento nei tirocini quanto nel calcolo dei fabbisogni di personale docente, e si inizia a prevedere la possibilità di svolgere tirocini anche nelle strutture di istruzione e formazione professionale dove c’è la sperimentazione dell’obbligo formativo. Gli Uffici scolastici regionali organizzeranno e aggiorneranno gli albi delle istituzioni scolastiche accreditate e avranno funzione di controllo. Il consiglio di corso di tirocinio, che prevede la presenza di scuola e università, ha compiti di coordinamento e di progettazione e rappresenta il terreno di incontro e di raccordo tra le due realtà.
Le commissioni di abilitazione Le commissioni di abilitazione prevedono un equilibrio tra scuola e università e un peso determinante del tirocinio e della prova didattica sul voto di abilitazione. I dottori di ricerca e i "precari della ricerca", se in possesso dei requisiti curriculari, entrano in soprannumero, dopo un esame orale, nell`anno di tirocinio, vedendo valorizzato il loro percorso. L’anno di tirocinio prevede forme di interazione e coprogettazione del percorso tra istituzioni scolastiche e atenei ed è stato previsto uno specifico spazio di laboratori destinati ad approfondire quanto viene fatto in classe. È previsto che la formazione dei docenti per il sostegno sia posta in capo alle università, pur prevedendo la possibilità di specifici accordi con gli enti del settore. Sono previsti percorsi di specializzazione per il Clil (insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado di una materia non linguistica in inglese). Il sistema Afam concorre a pieno titolo alla formazione iniziale dei docenti nelle classi di abilitazione di propria competenza. In particolare, è stata rivista la classe di abilitazione per lo strumento musicale. Sino all'entrata a regime delle nuove lauree magistrali, la programmazione del numero di abilitati e il test è previsto, per la secondaria di primo e secondo grado, prima di accedere all’anno di Tirocinio formativo attivo. Per quanto riguarda i precari non abilitati e gli ex diplomati negli istituti magistrali sono stati previsti percorsi che, dietro il superamento di prove d’accesso in grado di verificare la preparazione disciplinare, consentano di conseguire l’abilitazione.
Le lauree magistrali Con successivo decreto si stabiliranno le lauree magistrali relative al secondo ciclo dell’istruzione, per seguire il percorso di cambiamento del secondo ciclo e delle classi di abilitazione. "Oggi iniziamo a progettare un nuovo tassello per il cambiamento del nostro sistema scolastico - scrive il ministro Mariastella Gelmini - un tassello fondamentale, perché riguarda la formazione iniziale dei futuri insegnanti. Prevediamo una selezione severa, doverosa per chi avrà in mano il futuro dell’Italia e sostituiamo alle vecchie Ssis un percorso più snello, di un anno, coprogettato da scuole e università, concentrato nel passaggio dal semplice sapere al saper insegnare".
martedì 16 settembre 2008
Ma smettiamola di chiamarli insegnanti...
La domanda sorge spontanea: ma a chi affidiamo l'istruzione dei nostri figli e nipoti? A gente con scarsa preparazione che si fa chiamare insegnate senza insegnare nulla e che nasconde la propria incapacità dietro l'ideologia.
Non è educativo mostrarsi tutti vestiti a lutto a bimbi magari di prima elementare, una iniziativa come questa avrebbe dovuto far scattare una sanzione disciplinare da parte del Ministro.
La scuola va ripulita, vanno spazzate vie le politicizzazioni e le scelte ideologiche. Dal 1968 il carrozzone della pubblica istruzione è stato il bacino di voti della sinistra, per anni dietro le attività "culturali" che si svolgevano a scuola si sono celati tentativi di indottrinare i ragazzi, questo qui a Milano è avvenuto perfino nelle scuole materne.
E i genitori che hanno fatto? Niente. Niente perchè quelli di loro che erano impegnati nella scuola, tranne pochissime eccezioni, erano di sinistra. Ricordo alunni di V elementare portati in gita cantando "O bella ciao" sotto lo sguardo incredulo di genitori "assenti", ricordo iniziative chiamate "culturali" che altro non erano che un grande spreco di denaro pubblico ma che producevano adepti.
Spero che il Ministro Gelmini ponga fine a tutto questo. Veltroni ha detto ieri che per la sinistra la scuola è tutto, non stento a crederlo e per i motivi che ho elencato prima.
Anche per i liberali la scuola è tutto, ma chi è liberale non ha nessuna ideologia da trasmettere, desidera solamente che i ragazzi vengano istruiti, sia che il maestro sia unico e ve ne siano quattro. E' il risultato che conta.