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mercoledì 29 maggio 2013

ELEZIONI AMMINISTRATIVE: GRILLO PERDE LE STELLE




Era prevedibile, Grillo ha sbagliato tutte le mosse dopo le politiche dello scorso febbraio e soprattutto ha continuato anche a proporre i suoi comizi urlati, tutti uguali, pieni di insulti per tutti, politici e istituzioni, ma senza vere novità e alla fine ha deluso il suo elettorato che, per la maggior parte, è tornato a casa, ovvero dal PD.

Non saranno i Cinque Stelle a salvare la Repubblica, questo è certo, forse non la salveranno nemmeno i soliti partiti, ma chi aveva riposto nei Grillini una speranza di cambiamento ha constatato ora che si, il cambiamento c'è stato, nel senso che i nuovi eletti si sono adeguati o si stanno adeguando ai riti della vecchia politica.

Anche questo era scontato, era solo questione di tempo, ma in molti hanno voluto provare a dare un voto che si sperava essere foriero di novità, abbiamo visto che non è stato così.

La verità è che non esistono santoni che possano portarci fuori dalla melma e, per assurdo, il nuovo governo Letta è l'unico che potrebbe fare davvero qualche cosa per il Paese: ha una solida maggioranza e l'opposizione non esiste. 

Alla fine di questo esperimento uscirà una quadro politico e istituzionale completamente diverso e solo allora la politica italiana potrà davvero cambiare. 

MVG

martedì 26 febbraio 2013

Sembra che la lezione non sia bastata

Ieri sono arrivati i risultati elettorali, naturalmente si sono registrati degli sconvolgimenti notevoli: destra e sinistra praticamente alla pari, i Grillini sono diventati il più grande partito italiano e si sono suicidati i molti piccoli partitini che cercavano posti di potere.
Il dibattito elettorale di ieri, al consolidarsi delle posizioni citate sopra, i partiti hanno lungamente dibattuto su chi aveva vinto, sulla guerra delle percentuali, sulle reciproche colpe....nessuno, dico nessuno, ha colto il fatto che gli italiani stanno male e si sono rotti le scatole delle loro beghe da bottega.
Con  questi presupposti alle prossime elezioni, che non si faranno attendere a lungo, Grillo avrà la maggioranza assoluta.
Basterebbe accordarsi tutti su tre punti importanti: DIMEZZARE IL NUMERO DEI PARLAMENTARI - ELIMINARE I RIMBORSI ELETTORALI - CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE.
Fatto questo tutti a votare di nuovo.
Ma i partiti lo capiranno?

mercoledì 6 febbraio 2013

MA NOI PER CHI VOTIAMO?

Siamo bombardati dalle parole dei politici, politici che, per altro, la maggior parte degli Italiani detesta... Non ci si salva più, sono in ogni trasmissione televisiva, su ogni radio, sui giornali di gossip, insomma, ovunque e dal loro scranno ci propongono le  ricette per il risanamento dell'Italia, parole vecchie, slogan stantii, programmi desueti che si scontrano con il gravissimo malessere degli Italiani che quando possono e quando ci riescono, gli vomitano in faccia la loro rabbia.
l'Italia è un gran bel Paese e gli Italiani sono veramente persone civili se limitano il loro disagio alla protesta, in altri luoghi, davanti a tanto disastro, a tanta corruzione e a tanto ladrocinio, interi  popoli si sono sollevati e hanno cacciato i politici corrotti a calci nel sedere.
I politici italiani  non conoscono la dignità, l'onestà e l'amor di patria,  guardano prima di tutto al loro interesse, alle loro tasche e poi, forse, a quelle del popolo che li ha eletti. 
Non credo ci sia rimedio a questo nemmeno con le elezioni. Dopo il voto le facce cambieranno, ma gli interessi rimarranno gli stessi .... il sistema è marcio in ogni ambito ed è assolutamente impensabile che una classe politica qualsiasi essa sia, voglia autoeliminarsi.
Noi dovremo comunque votare, dovremo provarci e allora proviamo a fare un ragionamento per vedere che possibilità abbiamo.
Potrebbe servire votare Grillo? Istintivamente direi di si, sarebbe un modo per scardinare il sistema.. ma chi è Grillo? Chi rappresenta? Ormai non è più possibile credere che chi si candida sia in buonafede. 
Si potrebbe votare la Lega? Forse, al nord  sarebbe certamente un bene, ma questo voto funzionerebbe solo  se a vincere fosse il centrodestra. 
E' innegabile che i partiti che propongono ancora tasse sono il PD e Monti, quindi forse sarebbe meglio non considerarli per evitare di essere, come si suol dire "artefici  in negativo del proprio destino".
Crediamo alla proposta di Berlusconi sulla restituzione dell'IMU? Non saprei, ma forse tra tutti è quello che ci farebbe ritornare qualche soldo nelle tasche, per il resto però non metto la mano sul fuoco. 
Come vedete siamo in un bel caos e il voto è alle porte, ormai mancano 20 giorni e in questo lasso di tempo potrebbe accadere di tutto. 
Fatemi avere le vostre opinioni e poco prima del voto tireremo le somme insieme.

lunedì 28 aprile 2008

Noi "casta" dei giornalisti

Beppe Grillo ne ha fatte tante, ma questa proprio non gliela possiamo perdonare: ci costringe a scrivere in difesa della categoria dei giornalisti, della quale ben conosciamo i difetti e anche le miserie.
A pensarci bene già l’uso del termine «categoria» è improprio. Le «categorie» non esistono. Esistono gli individui, ciascuno con i propri vizi e le proprie virtù. «Categoria» è un termine appunto da Beppe Grillo, cioè da tribuno moralista che, avendo per missione il fomentare l’odio, ha bisogno di offrire ai fomentati un bersaglio certo. Ecco quindi prima il V-day contro i politici, e poi contro i giornalisti, l’altra presunta casta.
Intendiamoci. Grillo, nei suoi comizi sempre più poveri di vis comica e sempre più fegatosi e violenti, dice anche alcune (perfino molte) cose vere. Nelle sue requisitorie contro questo o quel centro di potere, mette spesso il dito in piaghe che sono davvero aperte e purulente. Ma questo non deve stupire. È una vecchia tecnica che prima di Grillo hanno sperimentato ben altri arruffapopolo: le verità contenute nei vari j’accuse sono necessarie per convincere chi ascolta dell’attendibilità di chi parla, e quindi per nascondere la menzogna complessiva.
La quale menzogna complessiva è appunto quella di dividere l’umanità in «categorie», nel generalizzare, nel compilare tabelle di buoni e cattivi. Per stare allo specifico, cioè a noi giornalisti, non c’è alcun dubbio che tra noi non manchino i «servi» (per usare il vocabolario grillesco) che fanno carriera con il bacio della pantofola; è vero anche che spesso siamo di parte, anzi faziosi. Ma la guerra santa di Grillo contro «la categoria dei giornalisti» è una colossale presa in giro. Primo, perché propone un referendum (sull’abolizione dell’Ordine) che non è fattibile; secondo, perché se non ci fosse un Ordine dei giornalisti saremmo tutti ancora più «dipendenti» da quegli editori che Grillo dipinge come i nostri burattinai; e terzo - cosa più importante - perché dell’Italia tutto si può dire tranne che non ci sia libertà di pubblicare giornali che spazino dall’estrema destra all’estrema sinistra.
Anche Grillo, per dire, ha un suo giornale. Eccome se ce l’ha.
Ma a pensarci bene è proprio questo - di Grillo come di tutti i moralisti - ciò che fa più orrore: il sostenere che se le cose non vanno la colpa è solo degli altri, illudendo se stessi (e i seguaci) di essere i migliori, i senza peccato.
da Il Giornale