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mercoledì 6 febbraio 2013

MA NOI PER CHI VOTIAMO?

Siamo bombardati dalle parole dei politici, politici che, per altro, la maggior parte degli Italiani detesta... Non ci si salva più, sono in ogni trasmissione televisiva, su ogni radio, sui giornali di gossip, insomma, ovunque e dal loro scranno ci propongono le  ricette per il risanamento dell'Italia, parole vecchie, slogan stantii, programmi desueti che si scontrano con il gravissimo malessere degli Italiani che quando possono e quando ci riescono, gli vomitano in faccia la loro rabbia.
l'Italia è un gran bel Paese e gli Italiani sono veramente persone civili se limitano il loro disagio alla protesta, in altri luoghi, davanti a tanto disastro, a tanta corruzione e a tanto ladrocinio, interi  popoli si sono sollevati e hanno cacciato i politici corrotti a calci nel sedere.
I politici italiani  non conoscono la dignità, l'onestà e l'amor di patria,  guardano prima di tutto al loro interesse, alle loro tasche e poi, forse, a quelle del popolo che li ha eletti. 
Non credo ci sia rimedio a questo nemmeno con le elezioni. Dopo il voto le facce cambieranno, ma gli interessi rimarranno gli stessi .... il sistema è marcio in ogni ambito ed è assolutamente impensabile che una classe politica qualsiasi essa sia, voglia autoeliminarsi.
Noi dovremo comunque votare, dovremo provarci e allora proviamo a fare un ragionamento per vedere che possibilità abbiamo.
Potrebbe servire votare Grillo? Istintivamente direi di si, sarebbe un modo per scardinare il sistema.. ma chi è Grillo? Chi rappresenta? Ormai non è più possibile credere che chi si candida sia in buonafede. 
Si potrebbe votare la Lega? Forse, al nord  sarebbe certamente un bene, ma questo voto funzionerebbe solo  se a vincere fosse il centrodestra. 
E' innegabile che i partiti che propongono ancora tasse sono il PD e Monti, quindi forse sarebbe meglio non considerarli per evitare di essere, come si suol dire "artefici  in negativo del proprio destino".
Crediamo alla proposta di Berlusconi sulla restituzione dell'IMU? Non saprei, ma forse tra tutti è quello che ci farebbe ritornare qualche soldo nelle tasche, per il resto però non metto la mano sul fuoco. 
Come vedete siamo in un bel caos e il voto è alle porte, ormai mancano 20 giorni e in questo lasso di tempo potrebbe accadere di tutto. 
Fatemi avere le vostre opinioni e poco prima del voto tireremo le somme insieme.

venerdì 28 dicembre 2012

Lettera aperta a Benedetto XVI


Santità,
mi ritengo da sempre una pessima cattolica, e forse è proprio per questo che non riesco a comprendere l'atteggiamento del Vaticano nei confronti delle imminenti elezioni politiche Italiane, che esalta la figura del Prof. Monti quale persona che vorrebbe “far salire” la Politica alla sua più alta funzione, ossia verso il bene comune.
Il prof. Monti lo abbiamo già visto al lavoro e mi pare che la sua azione abbia avuto conseguenze disastrose nei confronti di quel “bene comune” che il Vaticano sembrerebbe auspicare. A questo punto mi chiedo cosa intenda il Vaticano per “bene comune” e se, in merito, abbiamo concezioni diverse. Se non ricordo male la Chiesa Cattolica, in una delle Costituzioni scaturite dal Concilio Vaticano II, propose la seguente definizione di bene comune:
“l'insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi, quanto ai singoli membri, di reggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente”.
 Le chiedo umilmente se ritiene che le azioni di governo messe in atto dal Prof. Monti siano andate nella direzione giusta, se abbiano cioè creato almeno un minimo di condizioni della vita sociale che consentano ai singoli individui che compongono il popolo italiano di raggiungere la propria perfezione. A me pare, purtroppo, che l'ex governo Monti abbia creato le condizioni perchè interi gruppi e i loro singoli membri (esodati, cassaintegrati, lavoratori dipendenti di aziende private, pensionati al minimo, piccoli artigiani, piccole partite IVA, giovani disoccupati, padri di famiglia licenziati per fallimento delle aziende in cui lavoravano, etc.) siano stati  privati addirittura della speranza di poter mai raggiungere la propria perfezione. Io credo in Dio e, credendo in Dio, credo nella divinità dell'umano essendo egli stato creato a Sua immagine e somiglianza. Ma non credo che somigliamo a Dio nelle sembianze umane, bensì nella spiritualità che è in ciascuno di noi, spiritualità che per la Chiesa Cattolica dovrebbe coincidere con l'animaIl corpo umano non è altro che l'involucro, lo scrigno che custodisce l'anima, ed è un dono divino e come tale va amato e rispettato, curato e protetto. Gesù ci insegna, nel miracolo della moltiplicazione dei pesci e dei pani, che per salvare l'anima è anzitutto necessario curare il corpo, per questo moltiplicò i pani e i pesci, in modo che la moltitudine delle persone che lo avevano seguito mangiasse a sazietà “finchè ne vollero”. Gesù voleva forse  dirci che l'anima non può raggiungere la sua perfezione se lo scrigno (il corpo umano) non è forteTogliendo il lavoro alle persone, togliendo loro la possibilità di sfamarsi, di studiare, di curarsi, si mina e si indebolisce il corpo, si scalfisce lo scrigno che custodice il bene più prezioso: “l'anima” e l'anima potrebbe esserne irrimediabilmente compromessa.... e con lei il divino potrebbe lasciare per sempre l'umano.
Santità, io faccio appello a Lei, a Lei che siede sul trono di Pietro e a Lei soltanto, e Le chiedo se oggi saremmo ancora qui a parlare di Gesù se Egli fosse stato un sobrio? Se non fosse stato così umanamente e divinamente folle da scegliere la Croce, anziché più facilmente e comodamente rinnegare il Padre Suo e Nostro come gli veniva chiesto?
Le chiedo come può il Vaticano schierarsi così spudoratamente per una parte e non per il “bene comune” come dalla Chiesa definito? Siamo forse tornati alla Babele in cui tutti parlavano e nessuno si capiva più? E' forse una follia collettiva l'epoca in cui viviamo?
Santità, torniamo alla Parola, torniamo al Verbo, ci riporti a Dio.... non ci induca ad allontarcene più di quanto stiamo già facendo.
Con somma stima e profonda speranza e se in questa mia lettera ho peccato, chiedo da peccatrice il Suo perdono, ma mi aiuti a capire e a ritrovare il lume della Fede!
Una pessima cattolica

LA GUERRA DI MONTI CONTRO L'ITALIA: SONO QUI PER ROVINARVI


L’uomo di Goldman Sachs si è dimesso con l’intento di tornare immediatamente, scompaginare il bipolarismo italiano ed instaurare l’autocrazia del grande capitale finanziario.
Egli è stato mandato a Palazzo Chigi con il compito di distruggere l’Italia, per “rifarla” in modo che possa funzionare come piace all’Europa teutonica.
Come scrive il prof. Claudio Conti dell’Università La Sapienza di Roma: “Il suo programma è sconcertante: far arretrare le condizioni di vita della stragrande maggioranza della popolazione fino al punto in cui, come da manuali di macroeconomia liberista, diventano competitive con quelle di Paesi che stanno soltanto ora approdando alla civiltà industriale”: la conferma si ha guardando quanto sta accadendo in Grecia dove i lavoratori percepiscono 3€ all'ora senza alcun diritto e intendono farli lavorare per legge 6 giorni su 7. Si tratta di un esperimento mai tentato prima in tempi di pace: obiettivi così sanguinosi, fino alla Seconda Guerra Mondiale, venivano raggiunti con una bella sequenza di stermini sui campi di battaglia e soprattutto con bombardamenti a tappeto tali da distruggere la capacità produttiva in eccesso”.
Oggi, ormai, “la guerra si introverte dunque all’interno dell’Occidente, diventa guerra alla popolazione”.
Ne parla apertamente lo stesso Monti, prima in conferenza stampa e poi in un’intervista a Lucia Annunziata: i “nemici” da battere sono la rappresentanza del lavoro, sindacati e partiti politici. La Cgil? Un’organizzazione “nobilmente arcaica”, conservatrice come il suo affannato scudiero, Vendola.
Su quest’ultima affermazione potremmo essere d’accordo anche noi!

M.V. per MFC

giovedì 27 dicembre 2012

Perchè il Vaticano appoggia Monti?

L'Osservatore Romano, organo di informazione ufficiale del Vaticano, in un articolo a firma Marco Bellizi inizia la campagna elettorale pro-Monti.
Non si domanda la Chiesa che cosa abbiano a che fare le scelte economico/finanziare del Professore con l'economia solidale e con la finanza etica, tanto agognata dal Pontefice in diverse  discorsi pubblici. Non si domanda la Chiesa come si possa elevare la politica mettendo nella  lista Monti  personaggi come Casini, Fini, Cirino Pomicino e De Mita?
La Chiesa si è presa la briga di leggere l'Agenda Monti? Lo sa la Chiesa che in quello scritto, per altro alquanto misero, la parola più ricorrente è Europa ( 25 volte) e poi a seguire  Mercato (17), Debito (14), Povertà (3), Salute (2), Accoglienza(0), Diritti (0) .....e se le parole hanno un senso, questo significa che i bisogni primari degli Italiani non sono stati minimamente considerati?
Ho sempre pensato che  la Chiesa, vista la dislocazione del Vaticano, abbia qualche ragione nel commentare ciò che accade nella vicina Repubblica Italiana, ma il discorso di Bagnasco di qualche giorno fa e l'articolo dell'Osservatore Romano di oggi, sono interventi a gamba tesa che meritano una sanzione.
Qualche giornale ieri riportava che Bagnasco avrebbe molto apprezzato l'elargizione di una ingente somma di denaro da parte del Governo Monti al Gaslini di Genova, ma non può essere solo questo il motivo di un simile sbilanciamento in suo favore.
Sappiamo ormai per certo che Monti è emanazione dei  "poteri forti" che, ovviamente, tifano per averlo al potere .... e la Chiesa di chi è l'emanazione?
Nulla a che vedere con la religione, ovviamente!

lunedì 24 dicembre 2012

Monti, se ne vada!

Ieri mi sono presa la briga di ascoltare la "tanto attesa" conferenza stampa di Monti, inutile dire che mi sono rovinata il pranzo, ma questo finisce per essere il meno dei mali,
Tanto per cominciare non ho mai visto una persona, anche se  Primo Ministro  e senatore a vita, di tale e tanta supponenza e di altrettanta  poca chiarezza.
Il Professore ha cominciato con l'attaccare il suo predecessore accusandolo di essere incomprensibile (come se lui fosse lapalissiano), poi ha dato il benservito a Vendola e ha praticamente invitato Bersani a metterlo da parte  in funzione del fatto che sarà lui, una volta investito dal potere "divino"  a diventare  il suo Premier. Ha terminato dicendo di aver salvato l'Italia dal baratro, di essere stato bravo nell'aver "compiuto la sua missione" e altre amenità di questo genere per poi comunicare che sarà sulla sua Agenda per l'Italia che lui accetterà di diventare Premier o candidato tale. Insomma, lui non si candiderà per nessun gruppo, ma sarà il gruppo a candidarsi per lui....
A seguire le  insipide domande dei giornalisti, tutti supini, tutti cordiali, tutti troppo gentili....nessuno che abbia fatto a Monti le domande che ogni italiano trovandoselo davanti, gli avrebbe fatto:
- lei ha salvato l'Italia, ma che ne ha fatto degli Italiani caro Presidente? Lei sa che sono moltissimi gli Italiani che rasentano la povertà?
- se come lei dice,  tutto va bene, come mai tutti gli indici che denotato la forza economica di un Paese sono pesantemente peggiorati?
- Visto questi dati, vorrebbe gentilmente dirci dove sono finiti i soldi delle tasse pagate dagli Italiani
- Come mai, caro Presidente, lei ha versato nelle casse del Monte dei Paschi di Siena oltre tre miliardi di Euro ecc. ecc. ecc.
Sapete che cosa mi auguro? Che i partiti politici, ormai completamente squalificati agli occhi dei cittadini, abbiano un sussulto di orgoglio e rimandino al mittente l'Agenda e le sue nefande profezie, mi auguro che prendano coraggio, che cambino la loro rappresentanza in parlamento e che cambino registro, insomma che se la giochino per governare al meglio questo Paese, per fare i nostri interessi, prima di quelli Europei.
Mi auguro questo, ma forse o sempre troppa la  fiducia che ripongo nel prossimo, quello che è certo però, è che la fiducia in Monti mi manca completamente. Staremo a vedere!



domenica 25 novembre 2012

Le primarie e il grande bluff

Una volta erano tipi di scuola ora invece sono legate  ai partiti e alle possibili coalizione di governo per questo povero Paese, perchè il sistema scolastico è andato a pallino.
Oggi si svolgeranno quelle del PD e prossimamente dovrebbero tenersi quelle del PDL, e fin qui niente da dire. Quello che veramente non trovo accettabile è il "grande bluff" che queste consultazioni nascondo e anche, ma non ultima, la richiesta di denaro che i vari partiti fanno ai cittadini che, bontà loro, dovrebbero recarsi a votare. Sia a destra che a sinistra vengono richiesti 2 Euro (4.000 lire) per foraggiare i partiti, quando questi sono gli stessi partiti che hanno svaligiato la Repubblica (e quindi noi), hanno saccheggiato il sistema democratico e ci hanno messo nel pasticcio che tutti conosciamo.
A quanto pare i signori in questione di destra o di sinistra che siano, hanno una faccia di bronzo spaziale, non si vergognano mai e di nulla, ma quello che potrebbe essere ancora peggio sono i cittadini che questi due euro glieli  vanno anche a  dare!
Ma ritorniamo ai brogli: il PD ha messo in piedi una grande sceneggiata, ha creato la figura di Renzi per intercettare un possibile malcontento e ha inserito anche Tabacci per una eventuale apertura al centro per le elezioni politiche, Vendola forse è il battitore libero, ma anche questo è tutto da verificare.
Il risultato è scontatissimo, vincerà Bersani e non cambierà niente. Si potrebbe proprio dire "Tanto rumore per nulla".Poi si dibatterà sul Monti o non Monti e alla fine sarà il "Monti 2 la vendetta" che da buon "liquidatore" finirà il lavoro cominciato.

Il PDL invece è sempre tra "quei che sono sospesi": " Facciamo le primarie o no?" questo è il dilemma! Se si dovessero tenere, gli undici candidati (alcuni incredibili) segnerebbero la fine del partito, se non si dovessero tenere, la fine del partito la decreterà Berlusconi con la messa in campo di una nuova forza politica tutta sua, o forse il rapporto è al contrario, ma il dato non cambia: il PDL è finito.

Un accenno a Grillo: per molto tempo ho creduto che il suo movimento fosse credibile, certamente folcroristico ma sincero, poi sono cominciate a circolare voci sul fatto che  il M5S  ha evitato una deriva fascista in una Italia allo sbando (un po' come in Grecia) e allora, riflettendo, mi son detta: "Ma vuoi vedere che anche questa è tutta una bufala messa in piedi da un grande burattinaio?"
Ai posteri l'ardua sentenza, ma, per ora, noi siamo tutti alle prese con un dilemma che a confronto di quello di Amleto è grande come una montagna : "Votare o non votare alle prossime politiche? e se la risposta fosse si: per chi?"
Buona fortuna cari Italiani!

venerdì 26 ottobre 2012

Berlusconi se ne va....

In questi giorni, a seguito della decisione di Silvio Berlusconi di non candidarsi a Premier nelle prossime elezioni politiche, ho letto diverse opinioni su di lui, quasi tutte di politici, gli stessi che hanno tirato un sospiro di sollievo per la notizia e che indifferentemente da destra e da sinistra si sperticano ad elogiare "il gesto di grande generosità che ha compiuto".
Il solito giochino sporco della politica, in realtà ormai Silvio dava fastidio a molti, se non a tutti, anche nel suo partito.
Dopo quasi vent'anni di impegno politico credo che Berlusconi meriti comunque un ringraziamento se non altro per aver vivacizzato la politica ed averla resa più vicina ai cittadini, forse anche troppo vicina... nel senso che tutti noi pensavamo che i leader politici fossero degli unti dal Signore e ci siamo invece accorti che a loro dell'Italia e quindi di tutti noi non importa nulla, il fine che loro perseguono a nostre spese è uno solo, il loro profitto personale.
Mi direte che non sono tutti così, si, è vero, ma così lo sono in tanti e lo si vede tutti i giorni.
Ma torniamo a Berlusconi.... ricordo la sua discesa in campo, l'entusiasmo con cui molti di noi si sono affrettati ad attivare i club di Forza Italia e il caloroso abbraccio della folla all'annuncio della sua vittoria,
La storia si è ripetuta con fasi alterne, ma anche l'ultima volta, quella di tre anni fa, il centro destra fece il pieno dei voti grazie a lui.
Ricordo che pensai che con quella maggioranza bulgara avrebbe potuto attuare tutte le riforme promesse e invece questo non accadde ed è proprio questa la più grande "colpa" che imputo al Cavaliere. In molti ci siamo sentiti traditi, il nostro voto non era servito a nulla ancora una volta.
La colpa fu di Fini? Si, ma Berlusconi ci mise anche del suo e del loro ci misero i magistrati e i giornalisti. In poche parole l'odio verso la persona fu così efferato che non si guardò troppo per il sottile nell'invadere la sua vita privata. Lo scandalo Ruby e di seguito quello delle ragazze dell'Olgettina misero il Cavaliere KO, ma con lui andò a KO anche la credibilità del nostro Paese.
Come ho già scritto le responsabilità furono molte, ma non si badò alla credibilità del Paese quando i giornali lo sputtanarono in prima pagina e i Magistrati aprirono inchieste improponibili per infangarlo, in fondo erano fatti privati, fatti suoi, certo comportamenti poco opportuni, ma privati.
E ora siamo qui con un Premier tecnico, con una tassazione vergognosa e senza prospettiva future.... Eh si, perchè il Berlusca va a casa, ma un altro leader non ce lo abbiamo.
Speriamo nel futuro? Mah...non vedo grandi personalità affacciarsi all'orizzonte politico, il meno peggio resta Monti, ma la sua mania del rigore per il rigore spaventa.
Berlusconi se ne va... ma dietro di lui il deserto!

domenica 20 novembre 2011

Adesso Frau Merkel avrà un suddito in più

Il governo Monti ha già rinunciato a gover­nare. La rinuncia è in una dichiarazione di sudditanza alla dottrina monetaria te­desca che è all’origine dell’attuale disa­stro finanziario...

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Il governo Monti ha già rinunciato a governare. La rinuncia è in una dichiarazione di sudditanza alla dottrina monetaria tedesca che è all’origine dell’attuale disastro finanziario capace di scuotere fatalmente il futuro della moneta comune e dell’Unione: non c’è ragione, ha detto il professore,di introdurre cambiamenti nel ruolo della Banca centrale europea.
Angela MerkelAngela Merkel






Fatto, anzi disfatto. Governare vuol dire prendere un problema e risolverlo, affrontare le questioni strategiche e non limitarsi al minimalismo. Il problema d’emergenza in nome del quale è stato tolto di mezzo Berlusconi, capo di un esecutivo eletto, e rimpiazzato con un ministero parlamentare vecchia scuola, per di più tecnico e connotato fin dall’origine da uno sfregio alla sovranità nazionale travestito da cortesia e incoraggiamento europei, il governo del Preside con il suo Consiglio di facoltà, si chiama «titoli pubblici di debito dello stato italiano espressi in euro». Gli eccessivi rendimenti richiesti dal mercato finanziario, la ormai famosa Lady Spread, sono un attentato progressivo al lavoro, alle imprese, alle famiglie, e minacciano una crisi di liquidità capace di inchiodare all’immobilismo il sistema del credito e portarci dritti in recessione, con una tendenza deflazionistica di lungo periodo che confermerebbe, invece di invertirla, la cronica incapacità di crescere a tassi di sviluppo accettabili dell’economia reale italiana.
Questa la vulgata universalmente accettata. Questo il «FATE PRESTO» gridato in prima pagina dal giornale della Confindustria, poveretta. A sconto dei catastrofismi demenziali e politicamente, anzi faziosamente, motivati, questa vulgata è anche la verità.
Non è una verità piccola. Richiede riflessione e coraggio rimettere in discussione l’ortodossia germanica della moneta comune, che non è comune perché alla sua prima vera prova diventa un fattore di affossamento di mezza Europa, Francia compresa, e di tutela della sola economia tedesca con la sua virtuosa possanza. Le cronache riferiscono che Berlino è divisa: gli industriali sono tentati di cambiare le cose, perché sanno che le conseguenze della crisi da debito si faranno sentire anche per le loro esportazioni, ma la Cancelleria e le euroburocrazie modellate sulla Bundesbank sono succubi della paura dell’inflazione, che negli anni Venti produsse la grande catastrofe tedesca. Non solo, lo stato tedesco esprime una concezione del mercato, la famosa «economia sociale di mercato» di cui Monti è testimone accademico per l’Italia, che è in flagrante contraddizione con la mondializzazione della rete finanziaria e con la scelta di dare una moneta cosiddetta comune a economie che non hanno molto in comune e che non dispongono di un potere politico federale in grado di armonizzarle nei loro pilastri: il welfare, le tasse, la previdenza e la libertà dei commerci e della produzione dai lacci corporativi.
Lo scontro, sottolineato in questi giorni in modo clamoroso dall’invito pressante degli anglosassoni a cambiamenti radicali nella gestione della crisi da debito dell’euro, è tra un modello capitalistico di crescita e un modello socialistoide di stagnazione, fondato su tasse e prelievi punitivi socialmente e concepiti nell’insana idea che il debito non è un problema, è una colpa. Ha scritto il Wall Street Journal , ed è solo l’ultimo caso tra mille, che«il fardello del debito italiano non ha le sue radici nei recenti eccessi del governo- specie se confrontati con altri paesi del mondo- bensì deriva in gran parte da politiche introdotte più di trent’anni fa, che posero le fondamenta per l’euro». Abbiamo al governo un campionario della classe dirigente che ha assecondato e messo in opera quelle politiche, che crede in quel modello, e che si appresta a fare del motto «tasse & equità» il nuovo mantra controriformista e illiberale della nazione.
E invece gli italiani per tre volte avevano votato la libertà economica, che non ha saputo realizzarsi per i bestiali difetti e le anomalie della classe dirigente berlusconiana. Con il paradosso che un governo inchiodato al dottrinarismo rigorista cieco di Tremonti ora è sostituito, e dicono senza ridere che sia per garantire la cura della crescita, da un governo che di quel dottrinarismo è il portavoce storico.
Le voglio proprio vedere le riforme liberali di Monti. Voglio vedere come si trasformerà in sviluppo il ripristino di buoni rapporti protocollari con la Merkel a Berlino.
Voglio vedere se andremo oltre la ricapitalizzazione del debito pubblico, con una finta soluzione della crisi, fatta tutta a spese del ceto medio e della povera gente. Cominciamo male, e se la destra non riuscirà a definire una linea seria di uscita dalla crisi dopo la fase equivoca del governo di tregua e di sospensione della democrazia, finiremo peggio.