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martedì 11 giugno 2013

Gli esami durano tutta la vita

A ben guardare nella vita siamo costretti a dare un sacco di esami, iniziamo molto presto, addirittura a cieci anni alla fine delle elementari e poi continuiamo quando di anni ne abbiamo tredici con la licenza delle medie inferiori e via via, fino alla maturità e alla laurea, in realtà queste sono solo alcune delle prove che ci aspettano nel nostro percorso terreno e probabilmente le più semplici perchè in fondo a queste ci si può preparare per tempo.
Eppure agli esami non ci si abitua mai, ogni volta siamo colti dall'ansia, dal timore di non essere ben preparati e così riusciamo a dimostrare di saper meno di quello che in realtà sappiamo. Quando poi gli esami li danno  i nipoti allora l'ansia è ancora maggiore, pensiamo a quel povero "bambino indifeso" alle prese con quegli "orchi" di professori e la fantasia ci gioca brutti scherzi.
Nella maggior parte dei casi i bambini non sono affatto indifesi, i professori non sono orchi e alla fine gli esami sono solo il bilancio di un anno di scuola, nulla d più, ma questo lo di capisce dopo..
Sono nonna e il mio nipotino ha iniziato oggi gli esami per la licenza media, in casa eravamo tutti agitati, lui è l'unico nipotino e quindi il primo della nuova generazione che si sottopone alla "tortura". In verità il mio cuore era accanto a mio figlio, che era in trepidazione per il suo... e così la catena va avanti.
Essere nonni  è anche questo, non si è più in prima linea come quando i figli erano piccoli, ma le ansie sono moltiplicate per due.
In ogni modo Emanuele ha fatto bene il tema, dovrebbe essere andato tutto alla grande.
Vedremo domani..

mercoledì 26 dicembre 2012

Un bel Natale


Quello di ieri è stato uno dei migliori Natale degli ultimi anni. 
Che cosa è successo? Assolutamente nulla di straordinario, ma è proprio nella normalità,  nell'avere la mia famiglia accanto e nell'aver ritrovato alcuni amici che credevo perduti, che  mia la giornata è stata straordinaria.
Non ho mai amato i regali costosi, le abbuffate culinarie, lo sfarzo e i gioielli, ho un'età nella quale si apprezzano tanto, tantissimo le piccole cose e si da il valore che meritano alle persone e ai gesti che compiono, e così ieri sera ero felice, e mentre guardavo mio marito che sonnecchiava sulla poltrona e i miei cani che dormivano a pancia in su sul grande tappeto della sala, mi dicevo:"sono una persona fortunata"!







martedì 1 maggio 2012

C'era una volta una zia....

Il primo ricordo consapevole che ho della zia Augusta è un risveglio mattutino al tintinnio  di due scarpette "alla bebè" di vernice nera con la punta in camoscio grigio, la zia le teneva in mano e sorrideva gioiosamente. Erano scarpette con il bottoncino, molto eleganti, bellissime. Avrò avuto due, tre anni... allora le bimbe portavano scarpe bianche, quelle da sbiancare ogni sera con la biacca, dunque quel paio di scarpette nuove erano una assoluta chiccheria.
Sono state sempre le mie preferite e credo di averle portate per tanto tempo, anche nella versione con la punta tagliata, un escamotage usato allora per far andar bene scarpe diventate corte.
La zia l'ho sempre adorata anche per quelle scarpette.. quella mattina   era riuscita a farmi sentirmi amata e importante e io che avevo fame di affetto, gliene sono sempre stata grata.
Nei giorni scorsi le ricordavo questo episodio  e  lei sorridendo sorniona e mi disse... " eri una bimba tanto bella e buona che ti meritavi tutto".
E così, nel corso degli anni, la zia Augusta, con il suo affetto e la sua vicinanza, mi ha accompagnato in tanti momenti importanti della vita, lo ha fatto anche con mia sorella e con i nostri figli. Abitava nel mio stesso palazzo in un appartamento che era stata la sua conquista, l'aveva comperato con tanti sacrifici e lo aveva fatto anche per la sua mamma, la mia adorata nonna Giannina che viveva con lei, quasi a ricompensarla per una vita che era stata dura con lei... quattro figli da allevare e un marito perso troppo presto a causa di  un ictus.
La sua casa era diventata con gli anni  una parte di lei, era la sua certezza, il luogo dove accoglieva tutti noi, dove invitava a pranzo i nipotini  facendoli felici... poter andare a trovare la zia era un privilegio, lo era stato per me quando ero piccola e lo è stato per i miei figli che appena potevano sgattaiolavano via per raggiungerla. A lei piaceva tanto cucinare allora si faceva aiutare dai piccoli, guardava con loro la televisione, li abituava ad avere senso critico e ad esprimere la loro opinione, forse ciò che a loro piaceva tanto della zia era il fatto che li faceva sentire importanti, li trattava da adulti anche se adulti non erano. Lo ha fatto con tre generazioni di nipoti e per la nostra famiglia era diventata una istituzione.

La zia Augusta, se ne è andata ieri in seguito ad una malattia crudele che però non è riuscita a scalfire ne la sua bellezza ne la sua dignità. E' mancata nel suo letto, nella sua casa, per noi questo era importante.
Le siamo stati accanto, le abbiamo fatto compagnia fino alla fine, tutti intorno al suo letto a raccontare di lei, tanti aneddoti di una vita generosa, proprio come lei avrebbe voluto  ... tristi si, ma non troppo, perchè, come diceva lei, "bisogna aver misura nelle cose" e poi perchè  le persone come lei non muoiono mai.

Un bacio zia, dalla tua famiglia!



mercoledì 23 luglio 2008

Ricordando il mio papà

Un anno fa, in un giorno come questo, il mio papà intraprendeva da solo il suo ultimo viaggio. Non riuscii ad arrivare in tempo per abbracciarlo forte, per dirgli che il mio amore non lo avrebbe mai lasciato, che lo avrei cercato ogni giorno e per tutta la vita, nelle piccole e grandi cose che avevamo condiviso. Mi sono trovata improvvisamente sola e spaurita e ho rimpianto perfino il dolore che provavo nel vederlo tanto malato. Poi l'ho ritrovato, ho ascoltato il mio cuore e l' ho ritrovato. Non ho mai smesso di parlargli, di confidarmi con lui e l'ho sentito vicino, l'ho sentito parte di me con un solo limite... quello di non poterlo riabbracciare fisicamente. Lui ed io come sempre, sullo stesso filo d’onda, in perfetta sintonia ma fisicamente separati, io in qesto piccolo mondo mortale e lui proiettato negli spazi infiniti. Oggi alla funzione in suo ricordo, seduta accanto ai miei figli e alla ragazza che l'ha curato tanto amorevolmente, ho avvertito il suo sguardo pieno di tenerezza e, strano a dirsi, mi è tornata alla mente una storiella buffa che raccontava sempre, così all’uscita dalla Chiesa, tra una lacrima e un sorriso l’ho raccontata ai ragazzi per confortarli, ma senza successo. Manca tanto a tutti noi: ci manca il papà, il nonno e l’uomo straordinario che è sempre stato, senza di lui è come se nulla avesse più senso.

So che a noi tocca proseguire il cammino senza di lui, ma sono certa che continuerà a guidare i nostri passi, ora un poco più incerti e, come sempre, si occuperà dei suoi nipoti e farà arrivare loro il consiglio giusto al momento giusto. So che farà tutto questo per noi.

Grazie papà e un bacio grande! … dimenticavo, questi fiori sono per te!



Se volete conoscere meglio il mio grande papà cliccate qui