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domenica 13 novembre 2016

Referendum sulle riforme costituzionali: noi voteremo NO



Il referendum che si terrà il 4 dicembre prossimo richiede la presenza attiva di tutti gli italiani. Si tratta, lo dico in modo semplice, di approvare o meno le riforme costituzionali che ha approvato la maggioranza di governo in questi ultimi mesi.

Noi di Milanometropoli abbiamo deciso di schierarci per il NO, abbiamo letto e riletto le modifiche che sono state apportate alla Costituzione e non ci convincono. Non pensiamo che queste modifiche portino giovamento agli italiani, ma creino degli impedimenti al regolare svolgimento della vita democratica.

Noi non desideriamo avere dei senatori nominati e non eletti, noi non desideriamo un senato che resta in carica 7 anni anche se con numero di presenze ridotte. Noi sosteniamo la necessità che siano gli italiani a votare per i loro rappresentanti sempre e comunque.

Per questo motivo il nostro sarà un NO deciso e convinto, senza dietrologia, senza altri intendimenti se non quello di non peggiorare le cose.

Per approfondire l'argomento vi invitiamo a leggere la riforma sul sito del Governo, ma soprattutto vi invitiamo ad andare tutti a votare. 

martedì 6 settembre 2016

D'ALEMA SFIDA RENDI SUL REFERENDUM

D'Alema fonda il Comitato Nazionale per il 'NO', intanto il referendum slitta a dicembre

Massimo D'Alema annuncia ufficialmente la nascita di un comitato nazionale per il No al referendum, mentre la data del voto si allontana.#Massimo D'Alema rompe gli indugi e annuncia il suo "NO" al #referendumcostituzionale dal palco del cinema Farnese di Roma, dove ha organizzato un'assemblea aperta. Erano presenti molti nomi noti come Carlo Freccero,Paolo Corsini, Massimo Mucchetti. In platea anche il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana Arturo Scotto, Alfredo D’Attorre, Nerina Dirindin, Luigi Manconi, Claudio Micheloni, Walter Tocci, Luisa Bossa, Angelo Capodicasa e Franco Monaco.Un "NO" per aiutare il Paese
I motivi di un dissenso
D'Alema ha indicato come presidente del "Comitato Nazionale per il No" che andrà a fondare Guido Calvi, che non è un uomo di partito e ha invitato la parte del centrosinistra che non condivide il SI al referendum promosso dal Governo a unirsi a lui. L’ex premier ha tenuto a precisare che con la sua azione non intende dividere il partito: la sua è un'iniziativa per tutelare il Paese da una riforma assolutamente negativa per il sistema democratico, ha detto. Ha precisato, inoltre, che l'iniziativa del Comitato è stata suffragata dalle molte richieste provenienti da ogni parte del Paese aggiungendo che poi queste richieste andranno analizzate visto che provengono da milioni di persone che hanno smesso di votare il Partito Democratico da qualche anno.
Il dissenso di D'Alema si basa sostanzialmente sul fatto che chi ha cambiato la Costituzione non aveva il titolo per farlo e questo potrebbe nel tempo pregiudicare l'applicazione della Costituzione stessa per un grave vizio di forma. Nel proseguo del suo intervento l'ex premier ha toccato tutti i punti di dissenso dalla riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum: la falsa abolizione del senato, il premio di maggioranza e la ricerca costante di un bipolarismo che in Italia non esiste più.....


mercoledì 8 giugno 2016

Analisi di una sconfitta annunciata: Matteo Renzi

Renzi dice di non essere contento del voto, ma tace sul fatto che  gli Italiani non lo amano più.




Gli italiani hanno votato per leamministrative domenica scorsa e hanno sancito la fine dell'idillio tra loro eRenzi. I democratici fedelissimi del Premier raccontano che il voto amministrativo non ha valenza politica, ma quello che appare certo è che le cose per loro stanno cambiando e molto. 

Le cause di una sconfitta

Dopo due anni di governo e tante promesse non mantenute, una tra tutte l'aver finto di abbassare le tasse da una parte per aumentarle dall'altra, Renzi sta arrivando probabilmente al capolinea. Il modo spregiudicato e arrogante di governare non gli ha giovato, quasi sempre ha imposto i provvedimenti del suo governo a colpi di maggioranza, avvalendosi senza alcuna remora del partito, non proprio immacolato, di Verdini (anche se oggi si è affrettato a definire chiusa la collaborazione), è riuscito aprovocare una scissione nel suo partito che non ha condiviso scelte politiche importanti, l'ultima in ordine di tempo, la Riforma Istituzionale che sarà sottoposta a referendum nel prossimo ottobre.
Proprio lo smantellamento della base del PD in città e regioni italiane è stata la causa principale della sua attuale debacle, i militanti hanno deciso di non seguirlo, per loro Matteo Renzi è un corpo estraneo che con la sinistra non ha nulla a che vedere.

I ballottaggi a Roma e Milano

Ora si attende il risultato di alcuni ballottaggi previsti tra 12 giorni, infatti a Milano e a Roma i candidati in corsa per la poltrona di sindaco (Sala a Milano e Giachetti a Roma) sono stati scelti personalmente da Renzi, zia.... CONTINUA A LEGGERE

martedì 30 giugno 2015

GRECIA: ci vorrebbe un miracolo! Si muovono USA, Russia e Cina

GRECIA: ci vorrebbe un miracolo! Si muovono USA, Russia e Cina

popolo gheco in europa
All'ultimo minuto il governo greco ha sbattuto la porta, ed ora è diventata la possibile preda delle grandi potenze. Eppure la Crecia è maestra di democrazia e il referendum ne è la prova.
L'unico seriamente preoccupato dalla deriva presa dal negoziato è Barack Obama, che ieri ha contattato François Hollande. «È necessario riaprire il dialogo con la Grecia», spiega il presidente degli Stati Uniti. Ad allarmarlo sono i problemi interni causati da un'eventuale pesante flessione di Wall Street e la situazione geopolitica.
Il premier cinese Li Kequiang, ieri in visita a Bruxelles, ha ribadito di avere «piena fiducia nell'Ue» e di essere «pronto a giocare un ruolo costruttivo» ricordando che Pechino ha già «fatto i propri sforzi per aiutare la Grecia a superare la crisi». Formalmente, Li Kequiang ha voluto difendere gli investimenti cinesi in Eurolandia in quanto maggior partner commerciale nonché maggior detentore di titoli sovrani in euro. Ma è ovvio che Pechino punti a estendere ulteriormente la propria sfera di influenza. Anche la Russia di Vladimir Putin ha già conseguito un importante risultato: il nuovo gasdotto che porterà il metano in Europa non passerà più per l'Ucraina, ma per la Grecia. Questo genere di accordi potrebbero innescarne altri di tipo strategico-militare.
Ecco perché la Nato è seriamente preoccupata dell'evoluzione della crisi greca: la permanenza nel Patto Atlantico di una Grecia sostenuta dal tandem Mosca-Pechino, rappresenta un serio problema di intelligence . L'estrema rigidità nella difesa dell'ortodossia europea di Juncker e Merkel non aiuta di certo a superare l'impasse.