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sabato 5 novembre 2011

Quelle come me....

manifesto per la giornata internazionale della donna del  1950

Quelle come me….
Quelle come me sono capaci di grandi amori e grandi collere, grandi litigi, grandi pianti e grandi perdoni.
Quelle come me non tradiscono mai.
Quelle come me hanno valori che sono incastrati nella testa come se fossero pezzi di un puzzle, dove ogni singolo pezzo ha il suo incastro e lì deve andare.
Niente per loro è sottotono, niente è superficiale o scontato, non le amiche, non i figli, non la famiglia, non gli amori che hanno voluto, che hanno cercato, e difeso e sopportato.
Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me donano l'anima, perché un'anima da sola, è come una goccia d’acqua nel deserto
ALDA MERINI

Raramente mi sono trovata in sintonia con una poesia come con questa, bellissima, di Ada Merini. Me la sento addosso e ritrovo i suoi versi anche nel modo di essere di alcune mie amiche carissime e di molte donne italiane.
So per esperienza personale che ad essere "come me" si soffre, ma non potrei essere diversa. Io vivo la vita e dalla vita mi lascio coinvolgere fino in fondo!

venerdì 25 marzo 2011

Abbiate pietà della famiglia di Yara!

Dal 26 di febbraio i genitori della piccola Yara Gambirasio stanno aspettando di poter rendere l'ultimo saluto alla loro bambina. Hanno bisogno di poterla veder riposare in pace, per lei hanno scelto una piccola zolla di terra accanto ai nonni paterni nel cimitero di Bonate Sopra.
Dopo la straziante attesa per un ritrovamento della ragazza che non è avvenuto, dopo il traumatico ritrovamento del suo cadavere, dopo le tante ipotesi sulla sua morte e peggio dopo che non esistono praticamente indizi per scovare il suo assassino, questi genitori si vedono anche negare la possibilità di fare un funerale alla figlia.

Il termine del 3 aprile indicato dalla Procura per la riconsegna del cadavere ai familiari sembra poter nuovamente slittare e il dolore dei genitori non può in alcun modo placarsi. C'è bisogno di riportare Yara a casa e poi di accompagnarla nella sua palestra dove le compagne e tutto il paese la saluteranno per l'ultima volta, c'è bisogno di sapere che la piccola è ritornata tra chi la ama e che nessuno le farà più del male, poi la accoglieranno i nonni e la proteggeranno loro.
Almeno questo ai Signori Gambirasio si potrebbe concederlo, si potrebbe donare loro un po' di pace.

giovedì 23 dicembre 2010

L'augurio di ogni anno: BUON NATALE!

Ogni anno il Natale ritorna e noi, nella nostra pochezza di uomini, cerchiamo di predisporre il nostro cuore al suo arrivo e dimentichiamo che dovremmo celebrare il Natale ogni giorno, ogni minuto della nostra vita.
A Natale dobbiamo essere più buoni o almeno fingere di esserlo, ecco che allora ci cimentiamo nel rito dei regali confondendo spesso il significato del dono del nostro amore con un banale dono materiale.
Passata la festa ci ritroviamo con tutte le nostre miserie e scopriamo che in realtà non siamo stati affatto più buoni, forse solo un po' più opportunisti del solito.
Sono anni che rifuggo i regali, in famiglia ci limitiamo a  stare insieme per il piacere di ritrovarci, tagliamo  una fetta di panettone e speriamo in un mondo migliore.
Il Natale in compenso mi regala sempre una dolce malinconia, la tavola attorno alla quale ci riuniamo è diventata più piccola e i posti a sedere si sono ridotti. La mia nostalgia per la grande famiglia che eravamo non si è mai placata e non si placherà nemmeno quest'anno, ma ora ho imparato ad apprezzare ciò che ho e non è davvero poco: mio marito, i miei figli, mia nuora, il mio nipotino e anche la mia cagnolona e poi tanti amici, direi  fratelli, con i quali ci vedremo nel pomeriggio all'ora del tea.
Ecco questo è il regalo che il buon Dio mi fa per Natale e io ringrazio di cuore e auguro a tutti voi altrettanta calda intimità familiare.
Possa Gesù che viene trovare calde braccia pronte ad accoglierlo.
Buon Natale cari amici!

domenica 11 ottobre 2009

Anziani poveri e soli, abbandonati anche dalle famiglie


Il Papa: «Anziani poveri e soli, abbandonati anche dalle famiglie»

«Le nostre società devono riscoprire il posto e l'apporto di questo periodo della vita»



Benedetto XVI (Ansa)
Benedetto XVI (Ansa)
ROMA - «Tante persone anziane soffrono di molteplici povertà e di solitudine, essendo a volte anche abbandonate dalle loro famiglie». Lo ha detto papa Benedetto XVI parlando di una dei cinque nuovi santi proclamati domenica, santa Maria della Croce, che dedicò all'assistenza degli anziani buona parte della sua esistenza.
Le nostre società - ha detto il Papa - «devono riscoprire il posto e l'apporto unico di questo periodo della vita», seguendo il «faro» di santa Maria della Croce, al secolo Juanne Jugan, che si prese cura non solo delle piaghe e delle sofferenze degli anziani, ma soprattutto «della dignità dei suoi fratelli e delle sue sorelle in umanità resi vulnerabili dall'età, riconoscendo in loro la persona stessa di Cristo». Un rispetto che sarebbe dovuto da tutti, ma che santa Maria della Croce portò con gioia alle estreme conseguenze. «Questo sguardo compassionevole sulle persone anziane, attinto dalla sua profonda comunione con Dio, - ha sottolineato il pontefice - Jeanne Jugan l'ha portato nel suo servizio gioioso e disinteressato, svolto con dolcezza e umiltà di cuore, facendosi povera tra i poveri», «accettando serenamente il nascondimento e la spoliazione fino alla morte».
da: Il corriere della sera