venerdì 23 settembre 2016
Alzheimer, le famiglie italiane chiedono aiuto alle istituzioni
domenica 21 settembre 2014
ALZHEIMER questo sconosciuto....
lunedì 27 settembre 2010
Dal convegno di VICENZA un nuovo approccio alla malattia di Alzheimer
lunedì 13 settembre 2010
VICENZA 24 SETTEMBRE- IMPORTANTISSIMO CONVEGNO SULL'ALZHEIMER
giovedì 1 luglio 2010
I malati di Alzheimer mantengono il ricordo emotivo
La ricerca si è svolta con l’osservazione di cinque pazienti affetti da un male neurologico raro che danneggia l’ippocampo, quell’area del cervello dove vengono immagazzinati i ricordi, sia quelli brevi che quelli a lungo termine.
I pazienti sono stati sottoposti all’esperimento con una tecnica di induzione delle emozioni, in pratica sottoposti alla visione di spezzoni di film con scene altamente emotive di tristezza e di gioia.
I ricercatori hanno così osservato, al follow-up che sebbene i pazienti non avessero mantenuto il ricordo delle scene, tuttavia erano ancora influenzati dai sentimenti che queste suscitavano, di allegria o di dolore.
Secondo gli autori dello studio, l’ippocampo è una regione danneggiata anche nei pazienti con il morbo di Alzheimer, e per questa ragione ciò che da loro osservato nei pazienti affetti da danno neurologico a quell’area del cervello accade presumibilmente anche nel caso dell’Alzheimer.
Ciò offre dunque un’indicazione su quanto in realtà il malato che apparentemente sembra dimenticare immediatamente la visita di un parente, una telefonata, un atto gentile e di riguardo nei suoi confronti in realtà sia in grado di mantenere a lungo l’emozione vissuta.
Un motivo in più, oltre a quello etico, concludono gli autori della ricerca, per trattare i malati di Alzheimer con il dovuto rispetto e dignità.
da:http://www.stetoscopio.net/neurologia/i-malati-di-alzheimer-mantengono-il-ricordo-emotivo/
NOTA PERSONALE
A volte la scienza fa scoperte che il tuo cuore aveva già fatto.
Sono emozionata per questa conferma e ringrazio la mia cara amica Enrica per avermi segnalato l'articolo.
E ora la battaglia contro il muro di indifferenza e di ignoranza che circonda questi malati continua e avrà questo slogan: "Ma chi lo dice che non si possa fare nulla ?"
Appuntamento a Vicenza il 24 settembre 2010 Giornata Mondiale dell'Alzheimer con il Prof. Trabucchi in una giornata di studio che sfocerà con la presentazione del mio libro "Papà mi portava in bicicletta" ritenuto indicativo di un nuovo approccio alla malattia.
domenica 2 maggio 2010
Alhzeimer: nuove terapie invece dei soliti farmaci dannosi
Animali e musica contro l'Alhzeimer
martedì 27 aprile 2010
"Papà mi portava in bicicletta" al Salone Internazionale del Libro di Torino
La narrazione è lieve e intensa nello stesso tempo, il grande amore che avevo e che ho per mio padre, morto il 23 luglio del 2007, traspare da ogni pagina del libro e mette in evidenza il rapporto speciale che io e lui abbiamo sempre avuto e che ha origini certamente da una affinità di carattere ma anche dal modo in cui "ci siamo conosciuti".. lui mi ha sempre detto di aver lottato disperatamente per la sua salvezza nel Campo di Sterminio di Mauthausen perchè voleva conoscere il figlio che sapeva di aspettare, quella bimba ero io e mi vide per la prima volta quando avevo 10 mesi.
Pur essendo nato nel 2008, il libro è stato presentato solo ieri per la prima volta in pubblico a Forlì. Il dolore per ciò che è accaduto era ancora troppo vivo e io non riuscivo a parlarne, parlava il libro per me, ma non era la stessa cosa.
Nonostante questa mia reticenza il libro sta facendo un suo percorso di successo, è stato l'ispirazione di un "corto" e proprio in questi giorni sto ricevendo inviti da molti enti, che dopo averlo letto, desiderano che io ne parli.
La più grande intima soddisfazione che ho ricevuto dopo l'evento di Forlì è stata una frase che mi ha rivolto una persona che ha assistito alla presentazione ed è stata questa: "La ringrazio perchè lei mi ha insegnato a non avere paura della malattia".. E' bellissimo.
Ora il Salone del Libro di Torino....
Chi volesse acquistare il libro, lo trova sulla banda laterale.
lunedì 26 aprile 2010
La bellissima esperienza di Forlì
domenica 28 febbraio 2010
"Papà mi portava in bicicletta": una recensione lusinghiera e una sceneggiatura per un corto
Ho ricevuto una recensione molto lusinghiera che prelude la presentazione del libro a diverse associazioni di Forlì e allo stesso tempo, il mio lavoro è servito a fornire lo spunto per la sceneggiatura di un cortometraggio sul morbo di Alzheimer.
Ringrazio Guido Passini per aver saputo cogliere il significato umano del libro ed averlo valorizzato.
lunedì 21 settembre 2009
OGGI E' LA GIORNATA MONDIALE DELL'ALZHEIMER
mercoledì 4 febbraio 2009
A proposito dell'amore e della qualità della vita
"Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina di anni arrivó per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice.
Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00.
Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo.
Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita.
Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita.
Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta.
L'anziano signore mi rispose che doveva andare a casa per far colazione con sua moglie.
Mi informai della sua salute e lui mi raccontó che era affetta da tempo dall'Alzheimer.
Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi.
Lui mi rispose che lei non lo riconosceva giá da 5 anni.
Ne fui sorpreso, e gli chiesi. 'E si preoccupa di fare colazione con lei anche se sua moglie non la riconosce"?
L'uomo sorrise e mi batté la mano sulla spalla dicendo: ''Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi é lei"
Dovetti trattenere le lacrime...Avevo la pelle d'oca e pensai:
"Questo é il genere di amore che voglio nella mia vita".
Il vero amore non é né fisico né romantico. Il vero amore é l'accettazione di tutto ció che é, é stato, sará e non sará.
Le persone piú felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ció che hanno.
La vita non é una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia."
Credo che questo racconto sia bellissimo e illuminante .
martedì 9 settembre 2008
L’iniezione «miracolosa» che cura l’Alzheimer
Una clinica privata di Los Angeles propone una terapia con un farmaco per l’artrite
Edward Tobinick, il medico californiano che sta sperimentando la nuova terapia «miracolosa» per l'Alzheimer |
IL SOLITO «MIRACOLO»? - La solita storia miracolistica, fra le tante degli ultimi vent’anni? Forse sì a giudicare dal business (la terapia, settimanale, viene offerta dall’istituto californiano diretto da Tobinick ad un prezzo che oscilla fra i 10.000 e i 40.000 dollari all’anno), ma con qualche variante sul copione. Significativa. Il dottor Tobinick, a differenza di altri «rivoluzionari» della medicina, ha scrupolosamente pubblicato i suoi risultati. Dal caso, uscito su Journal of neuroinflammation in gennaio, di un signore inglese di ottant’anni con gravi problemi di memoria che due ore dopo l’iniezione del farmaco ricordava improvvisamente tutto come un tempo (riconoscendo dopo molti anni perfino la moglie!) fino ai quindici malati curati per sei mesi nei quali il miracolo si è ripetuto e consolidato: recupero della memoria e della fluenza dell’eloquio (su BMC Neurology in luglio).
VIA DI SOMMINISTRAZIONE - Seconda variante rispetto al solito copione è la via di somministrazione del farmaco, del tutto originale. Come spiega Antonio Federico, direttore del dipartimento di scienze neurologiche dell’università di Siena, che segue questa storia con interesse: «L’autore la definisce perispinale: si tratta di un’iniezione nel plesso venoso cervicale, che ha stretti rapporti con le arterie vertebrali che percorrono il collo fino a congiungersi nel tronco basilare che irrora la parte posteriore del cervello. Lo scopo è quello di far arrivare il farmaco nel liquido che bagna l’encefalo (liquor) e da lì ai tessuti cerebrali profondi, soprattutto all’ippocampo, area che sembra giocare un ruolo importante nell’Alzheimer. Il paziente viene posto con il capo inclinato di 30° rispetto al pavimento per sfruttare l’assenza di valvole di queste vene che facilita la penetrazione della sostanza nell’encefalo». Terza variante, anche questa non irrilevante: l’etanercept è un inibitore del fattore di necrosi tumorale alfa, una citochina che tenderebbe ad inceppare il normale ricambio delle connessioni fra i neuroni. L’Alzheimer sarebbe trattata come malattia infiammatoria insomma, secondo un’ipotesi già sostenuta da altri. E le placche di beta-amiloide, la sostanza ritenuta responsabile del processo degenerativo? Uno specchietto per le allodole, fenomeno vistoso quanto innocuo. In effetti già nel 2001 una ricerca dell’università di Cambridge documentò su Lancet la presenza di queste placche in un terzo di cento persone decedute in tarda età ma senza segni di demenza. La cosa più strana è che l’Amgen, la ditta che produce l’etanercept, anziché sostenere il lavoro di Tobinick (il mercato potenziale è di 30 milioni di pazienti nel mondo), ne ha preso le distanze sottolineando che mancano studi di confronto con malati di Alzheimer curati con un farmaco inerte (placebo). E per ora non sembra che abbia intenzione di finanziarli. «Paura di un salto nel buio — afferma Federico — o troppi interessi in gioco su un buon numero di neofarmaci che hanno come bersaglio la beta-amiloide?»
lunedì 5 maggio 2008
Il mio libro alla Fiera Internazionale di Torino
Vi indico i link dove, avendone desiderio, potrete approfondire l'argomento:
Profilo Autore
Editoriale-Intervista autore
Video su YouTube
Dimenticavo di dirvi che accanto alla mia comprensibile soddisfazione personale, c'è l'auspicio che il libro diventi un buon successo editoriale perchè parte del ricavato della sua vendita sarà devoluto ad una associazione che si occupa di aiutare i malati di Alzheimer e le loro famiglie.
domenica 20 aprile 2008
Papà mi portava in bicicletta, il mio libro
“Papà mi portava in bicicletta” è la storia dei quattro anni che hanno cambiato la mia vita. Una storia piena di emozioni, di dolore ma anche di infinita tenerezza per un papà amatissimo che si era smarrito nel tempo. Potete acquistare questo libro on line cliccando qui . Parte dei proventi della vendita saranno devoluti alla Federazione Italiana Alzheimer.
Alzheimer, è il momento di agire
Sono molte le malattie degenerative che ogni anno colpiscono giovani e anziani, ma l’aumento esponenziale dei casi di demenza, probabilmente legati all’aumento delle aspettative di vita degli anziani, impongono che la società e le istituzioni si pongano il problema. Questa malattia è devastante, l’impatto con questa malattia è devastante. Molte famiglie davanti a tutto questo dolore si sfasciano, solitamente quelle che non sono in grado di mettere da parte le difficoltà materiali per investire sull’amore incondizionato per i propri familiari.
Ho ricevuto recentemente in associazione una lettera che desidero pubblicare perchè può essere spunto di riflessione e perchè le esperienze visute sono sempre le più pregnanti:
MIO DOLCISSIMO PAPA’
Papà si è ammalato giovane, appena dopo i 70 anni. Sempre stato di intelligenza vivacissima, gli occhi attenti, vigili, l’eloquio brillante. Sembrava essere solo depressione all’inizio, invece era Alzheimer.
Mi ricordo il giorno prima della diagnosi, era nascosto nel giardino di casa, lo trovai vicino ad un siepe a piangere. Lo rassicurai, e lui mi chiese di stargli vicino il giorno seguente, perché aveva già intuito cosa gli avrebbero detto i medici. Decorso lento ci avevano detto, ma lento non è stato. In pochissimi anni papà ha smesso di guidare, poi di dipingere, infine di comunicare.
Non riusciamo quasi più a capire quello che dice, ed è la cosa più frustrante, vederlo quasi rannicchiato su se stesso, le rare parole intelleggibili, spesso solo in inglese. Riesce ancora a leggere, ma capisce? Non lo so, so solo che non sa chi sono, solo gli scendono le lacrime quando mi vede.
Questa malattia ha devastato la mia famiglia, ha aperto voragini dentro di noi, ha fatto scatenare liti a non finire. Io e mia sorella avremmo voluto che lui passasse questi anni a casa, accudito, ma mia madre non se l’è sentita, nemmeno con l’aiuto di una badante 24 ore al giorno.
Lontano da casa, perché sporca, perché da fastidio, perché è malato e deve stare fra gli ammalati. Ora è rinchiuso in una struttura protetta, un posto decoroso, dove però lui non ha più punti di riferimento, ricordi, il conforto ed il calore della casa nella quale è sempre vissuto. Vederlo così, spiegare ai miei figli ciò che sta accadendo al nonno è un dolore senza fine.
Spero di riuscire a trovare sempre la forza per accompagnarlo in questo suo straziante percorso.
Mio dolcissimo papà, ti amo tanto e mi manchi tanto Barbara
Andremo a votare in aprile e questa volta per me, per la mia associazione, per tutte le associazioni che si occupano di questo problema: sarà degna del nostro voto solo la coalizione politica o il partito che si farà carico di affrontare il problema che poniamo. Chiederemo che le nostre porposte vengano valutate, chiederemo un programma concreto e degli impegni precisi. Il nostro sforzo sarà grande ma vogliamo portare a casa il risultato.